Per la prima volta, GIDA è un espositore di Made in Steel. Ma non è certo un nuovo nato nella filiera siderurgica nazionale il produttore di magneti per rottame, per l’automazione e il sollevamento, e di separatori magnetici. L’azienda bresciana opera da oltre 25 anni; solo di recente, però, ha cambiato il proprio approccio al mercato: «Dal 2014, pur continuando a lavorare come abbiamo sempre fatto in passato, e cioè con altri costruttori di impianti, abbiamo cominciato a proporre direttamente il nostro marchio. Mentre prima, infatti, ci fermavamo alla realizzazione del prodotto, oggi siamo in grado di analizzare le esigenze del cliente, di progettare e costruire ciò di cui ha bisogno, e di collaudarlo anche all’estero. Un servizio completo» spiega Achille Gorlani, Sales e Marketing Manager di GIDA.
Da qui gli obiettivi che si intende centrare partecipando alla nona edizione della Conference & Exhibition, inseriti in un piano a lungo termine di promozione del marchio e di ricerca di nuovi contatti: «Ci aspettiamo di incontrare partner commerciali italiani e stranieri: potenziali clienti, distributori o agenti, ma anche possibili fornitori – anticipa Gorlani -, attraversando tutta la catena del valore, dall’acquisto della materia prima fino alla distribuzione e all’utilizzatore finale».
Che per GIDA ha sede per la gran parte fuori dall’Italia. «In condizioni ordinarie – illustra Gorlani – il 65% del nostro fatturato è generato all’estero, soprattutto in Europa, ma anche in canali extra europei. Del rimanente 35% creato in Italia, una parte finisce indirettamente all’estero, per tramite dei nostri clienti costruttori di impianti siderurgici». Interessante, per l’azienda bresciana, è la presenza a Made in Steel di espositori e visitatori dalla Turchia. «È un mercato nel quale operiamo. Potremmo riuscire a stringere ulteriormente rapporti che sono già in essere».
Ora però, con la pesante crisi che sta mettendo a dura prova l’acciaio, gli equilibri sono cambiati. «Il nostro marketing mix è variato e stiamo vendendo più prodotti da rottame che non da acciaieria. Così siamo arrivati a generare all’estero l’80% del nostro giro d’affari. Senza l’estero – dice Gorlani -, saremmo in grossissima difficoltà. Alcune zone sono ancora in pieno lockdown, altre hanno già ripreso o non si sono mai fermate. Poter contare su diversi mercati ci consente di centrare il nostro obiettivo. E da quando siamo stati autorizzati a riprendere a lavorare, ai primi di maggio, abbiamo quasi subito ripreso il nostro ritmo ordinario, con un fatturato ordinario».
Non solo il mercato. GIDA negli ultimi mesi ha visto cambiare, come accennato, anche la domanda. Nel comparto produttivo dell'acciaio si è registrato «un calo evidente. C’era già stato un rallentamento sul finire dello scorso anno – spiega Gorlani -. Il lockdown, poi, ha segnato un punto ben chiaro: da quel momento, si è fermato tutto e le prospettive sono cambiate. L’incertezza sta mettendo in difficoltà chi deve pianificare gli investimenti. C’è un diffuso atteggiamento attendista». Anche perché investimento e tempi di realizzazione degli impianti sono abbastanza importanti nella produzione. Cosa che non vale, invece, per il comparto del rottame: la spesa iniziale più contenuta necessaria per i sistemi magnetici ha permesso che la domanda non subisse frenate.
In generale, Gorlani si augura, «che da settembre si cominci a muovere qualcosa, anche se in questo periodo vacanziero non ce ne sono ancora i segnali. E che i contratti si firmino nella seconda parte dell’anno, portandoci quindi a fatturare nel primo trimestre 2021».
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